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Le veline di Mussolini

DISPOSIZIONI ALLA STAMPA (sintesi dal libro a cura di Giancarlo Ottaviani "Le veline di Mussolini")


Riportiamo una selezione di veline che furono trasmesse ai giornali, prima dal Ministero per la Stampa e la Propaganda e, infine, dal Ministero della Cultura Popolare.

Attraverso il controllo dei quotidiani, operato dal fascismo in modo massiccio e quasi petulante per mezzo delle veline (trasmesse nell’arco dell’intera giornata, comprese le domeniche), veniva svolta un’azione censoria su tutto il tessuto socio-economico del Paese.

Il contenuto delle disposizioni spazia, infatti, dal mito del Duce, alla politica del fascismo, alla lingua, allo sport, alle leggi razziali, alla moda, alla cronaca nera, al cinema e al teatro, fino a trattare temi minori come, per esempio, la piccola pubblicità.

1940

Usare la parola “tedeschi” e la parola “germanici” nella proporzione del 70 e del 30 per cento: cioè dire più spesso “tedeschi”. (14.6.1940)

Si conferma la disposizione di non pubblicare fotografie di militari in ginocchio durante la Messa. (6.8.1940)

Si fa divieto di pubblicare firme di italiani con nomi di battesimo non italiani: “John, Max, Tom” ecc. (9.8.1940)

1941

È fatto divieto di pubblicare fotografie, articoli e notizie riguardanti i seguenti attori stranieri: “Charlie Chaplin, Eric von Stroheim, Bette Davis, Douglas Fairbanks jr, Mirna Loy, Fred Astaire e la Casa cinematografica americana Metro Goldwin Mayer”. (1.3.1941)

Non pubblicare fotografie di gerarchi in abito borghese. (15.6.1941)

Nessun trafiletto e tanto meno nessuna campagna contro le donne senza calze. (18.7.1941)

A proposito di una eventuale sostituzione di La Guardia si è parlato di una intenzione di Roosevelt di allontanare i collaboratori di origine italiana o tedesca. Astenersi da simili impostazioni. La Guardia non è italiano, è ebreo. (13.8.1941)

Non occuparsi in alcun modo delle “code”. (12.11.1941)

1942

Qualora vi fosse arrivata una pubblicità della Lotteria di Tripoli in cui si dice che, come si deve tener duro per la guerra, così bisogna tener duro per vincere la Lotteria, questa non deve assolutamente essere pubblicata. (3.1.1942)

Dal Ministero è stato mandato un articolo: “Grano della vittoria” di Marinucci. Tale articolo, per disposizione superiore, deve essere pubblicato entro mercoledì al più tardi. (30.5.1942)

1943

Nei figurini di moda femminile le gonne vanno leggermente allungate oltre il ginocchio. (4.5.1943)

Il “Messaggero” del 20 corrente ha pubblicato una inserzione fra i “matrimoniali” che suona così: «Professore ventinovenne distintissimo, occhi bellissimi, sentimentale, sposerebbe dotata carina anche provinciale, disposta aiutarlo consolidargli posizione». Le espressioni “occhi bellissimi” sono eccessive e bisogna evitarle. (23.6.1943)

La Ditta Spagnoli di Perugia produttrice di lana di coniglio Angora ha fatto pubblicare sui giornali una reclame nella quale è detto che la «Lana di coniglio è la lana degli italiani». Superfluo rilevare il sarcasmo che tale infelice dizione ha sollevato. Provvedere d’urgenza, perché tale infelicissima reclame non sia assolutamente più pubblicata dai giornali. (9.7.1943)

Il titolo “Tutta l’Italia in piedi” usato da qualche giornale non corrisponde alle direttive ripetutamente indicate di attenersi ad uno stile di calma e di fermezza. Si noti inoltre che l’Italia è in piedi, cioè in guerra, dal 1911. (12.7.1943)

Il “Messaggero” parla di un aumento del livello delle acque del Tevere. Si ricorda la disposizione, impartita il giorno 27 novembre u.s., di «non dare in ogni caso e per nessun motivo notizie di piene che avessero eventualmente a verificarsi nei maggiori corsi d’acqua». (14 gennaio1943)

È fatto assoluto divieto ai giornali di pubblicare commenti o critiche sull’affollamento dei mezzi di trasporto urbani e di riportare, comunque, notizie dei conseguenti, inevitabili incidenti. (Anche gli umoristici.) (26 gennaio 1943)

I Fogli di Disposizioni del Segretariato del P.N.F. vanno sempre pubblicati in prima pagina, con adeguato rilievo tipografico. (17 febbraio 1943)


Grazie al gruppo FB ROMA CITTA' APERTA - Gli anni della guerra e al suo amministratore Carlo Galeazzi

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